giovedì 16 settembre 2010

"Way back", di Peter Weir: il pubblico "di mezzo" è scomparso?



A dicembre uscirà in America il film Way back di Peter Weir (L'attimo fuggente).
Su ropeofsilicon.com trovate un'intervista al regista (in inglese).
L'osservazione più interessante di Weir riguarda il futuro del suo cinema rispetto al pubblico contemporaneo. Più in generale, il futuro del cinema più classico rispetto al cinema contemporaneo.
Riportiamo di seguito uno dei passi salienti.
Subito sotto, la traduzione in italiano.

This is an uncomfortable era for nongenre films. (...) Because we’re going through this change right now it’s hard to get a broad view. Clearly there’s a change in the audience, a generation that’s grown up with video games and such, and who have different expectations from a film. And to cater to that audience, the distributors have changed their practices too rapidly. It’s not just a matter of cost. If a change has been too fast for the entire world public to have made, that creates a situation in which a lot of people are fi nding little to go and see, and they’re frustrated. The distributors presume that this middle audience is gone, but it’s not. (...)
I really want to see how this film goes. I’m looking for information about where I might fit in this estranged film world. To a degree that will affect what I do next, I think. I don’t want to change my approach to subject matter, I can’t simply move to the kinds of films the studios are making now. Marvel Comics are not my interest, or my talent, or my experience.

È un periodo scomodo per i film non di genere. Stiamo vivendo questo cambiamento in diretta, quindi è difficile avere una prospettiva completa sugli avvenimenti. È in atto un evidente cambiamento nel pubblico, una generazione cresciuta con i video game e cose simili, e che si aspetta cose differenti da un film. Per venire incontro a questo pubblico, le distribuzioni hanno cambiato il loro modo di operare troppo velocemente. Non è solo questione di costi. Se un cambiamento viene introdotto troppo rapidamente per tutto il pubblico, crea una situazione in cui molta gente si ritrova con poco o nulla da andare a vedere [al cinema, ndt] e la cosa è per loro frustrante. Le distribuzioni presumono che questo "pubblico di mezzo" sia scomparso, ma non è così. (...) Voglio proprio vedere come andrà il film [Way back, ndt]. Sto cercando di capire che posto posso avere io in questo mondo cinematografico che mi è estraneo. In una certa misura, questo influenzerà il mio prossimo progetto, credo. Non voglio cambiare il mio modo di affrontare le tematiche, non posso semplicemente mettermi a fare il tipo di cinema che vogliono gli Studio oggi. I fumetti Marvel non mi interessano, né ho il talento o l'esperienza per realizzarli.

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