Forse l'aspettativa era fuori misura e magari non era proprio il caso di aspettarsi un nuovo Live at Pompei o addirittura uno sguardo sulla natura alla Herzog. Però dispiace perchè il materiale di partenza di questo viaggio fra la musica e la terra dei Sigur Ros c'era. Un luogo, l'Islanda, che di per sé rimanda a un altrove siderale, mal restituito alla visione dello spettatore. A tratti più didascalico che evocativo, teso continuamente verso un lirismo puro che non riesce a raggiungere, in alcuni passi fastidiosamente formalista, il lavoro di Dean DeBlois cerca a tutti i costi la “bella immagine” con il risultato di inanellare, una dietro l'altra, una serie di cartoline patinatissime da magazine chic. Più vicino al lungo videoclip o a uno speciale di MTV che al cinema. Seppur cullati dalla psichedelia astrale della musica dei Sigur Ros, in alcuni passaggi talmente forte da trascinare lo spettatore verso un'estasi sensoriale, Heima sconta la più grave delle colpe al cinema: la mancanza di sguardo.
Alessandro Gambino